Bari, i cartomanti ricevono negli hotel

23 febbraio 2013

esoterismBARI – I ladri dei sogni perduti, versione «on the road».  Si potrebbero definire così gli oltre 155.000 tra sedicenti astrologhi, maghi, cartomanti, chiromanti e via dicendo che operano nel nostro Paese.

In Puglia sono centinaia, alcuni (parecchi) operano a Bari. Come il mago Giulio Cesare, uno dei più noti in città, con un sito web degno di un re, ma normale per uno che ha scelto di chiamarsi come il condottiero romano più conosciuto.

Gli chiediamo un’intervista. Lui acconsente, ma ci dà diversi appuntamenti telefonici, per poi sparire inghiottito da una segretaria telefonica. Questi sedicenti maghi sono un esercito contattabile solo dai «poveri» adepti, dalle anime perse che cercano nella mente di un altro uomo qualunque la soluzione ai propri problemi.

Ma anche questo mondo occulto si è per così dire modernizzato: ora esistono due categorie di cosiddetti maghi: il battaglione principale che opera su Internet e fa previsioni solo via telefono, e gli ultimi maghi che si mostrano sì in carne ed ossa, ma sono «itineranti», cioè si spostano da una città all’altra dello Stivale, si muovono, naturalmente per appuntamento e ricevono perlopiù negli hotel, che tanto si possono ben pagare visto che guadagnano molto, ma molto bene.

Per dare un’idea di quanto se la passino bene e di quanto siano pericolosi  (non tutti naturalmente ma buona parte) una storia che parte da Frosinone e approda addirittura alla Sicilia. Siciliani i truffatori, di Frosinone la vittima. Sono protagonisti del primo caso, nella storia giudiziaria italiana, in cui viene riconosciuto un risarcimento tanto notevole, 247mila eruro, alla vittima di un imbonitore senza scrupoli che gli ha sottratto in qualche anno 555mila euro, la truffa via chiroveggenza, più consistente che sia stata fatta in Italia. Le cifre parlano da sole.

Il mago itinerante è una figura del Ventunesimo secolo. Dal Nord al Sud e la Puglia e Bari sono tra le località più battute. Il mago Otelma viaggia vestito come l’Aladino dei 40 ladroni, altri si vestono come semplici impiegati o agenti di commercio, niente che possa dare nell’occhio. Perché, come sostiene il presidente del’Associazione antiplagio (intervista nell’altro servizio in pagina): «La maggior parte di queste persone sono ciarlatani e vigliacchi, che approfittano della solitudine, di un momento difficile, della disperazione di altre persone deboli e  innocenti».

C’è chi riceve persino in automobile, nei parcheggi degli ipermercati di Bari (altro articolo in pagina). Itineranti ma non per questo meno esosi. Un consulto in albergo con viaggio del mago in trasferta parte da una tariffa da 500 euro in sù ad incontro ma spesso la cifra lievita facilmente in modo esponenziale.

FONTE: La Gazzetta del Mezzogiorno

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_01.php?IDNotizia=596037&IDCategoria=1

 

«Un esercito di ciarlatani»

 BARI – L’Associazione italiana antiplagio nasce nel 1994, proprio per far fronte alle vittime della presunta chiaroveggenza. Opera in tutto il Paese e anche a Bari e in Puglia. Giovanni Panunzio, presidente e animatore, ricorda, proprio nella nostra terra, il caso, clamoroso, del pugliese Vito Carlo Moccia, che praticava il Reiky (disciplina orientale) in tutta Italia e aveva una sede a Bari, molto conosciuta e frequentata. È stato processato e condannato. Anche lui era un «itinerante»: partiva dalla Puglia e si «poggiava» negli alberghi delle altre città in cui operava.

Non usa mezzi termini , Panunzio, nell’affermare che «sono dei parolai, dei truffatori, che si spostano in tutto il Paese». L’identikit delle vittime: « Persone sole, emarginate, in difficoltà, età media tra i 40 e i 50 anni, cultura medio-bassa». Lui fa l’insegnante laico di religione e spiega che la sua Associazione «nasce dal disgusto per questa gentaglia».

Il Presidente del’Antiplagio ha alcuni consigli da dare ad eventuali vittime predestinate: primo, «non fornire dati personali, potrebbero essere usati come arma di ricatto qualora la vittima si ribellasse». Secondo: «denunciare, non avere paura perchè non possono farti del male, se non li temi. Se denunci dimostri di non aver paura e girano a largo. Sono dei vigliacchi». Invece «molti chiedono a noi di fare la denuncia ma noi possiamo soltato fare un esposto o una semplice segnalazione. La vera e propria denuncia la può fare soltanto la vittima, ma succede raramente, o hanno paura di malocchi e fatture oppure si vergognano dei familiari per essere caduti in una simile trappola».

«Siamo nel’ambito del’omertà – continua Panunzio – Omertà a protezione di se stessi ma anche per la vergogna sociale». 

c.cim.

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDCategoria=273&IDNotizia=596038

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