ARCHIVI: Bambini scomparsi e prigionieri dell’occulto

ESTRATTO DAL 5° RAPPORTO NAZIONALE SULLA CONDIZIONE DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA (2004)

TELEFONO AZZURRO /EURISPES

ALTROVE E IN NESSUN LUOGO INSEGUENDO LA VITA: BAMBINI SCOMPARSI E ADOLESCENTI “IN FUGA”

Nel 2003, i minori italiani e stranieri per i quali sono state attivate le segnalazioni di ricerca sul territorio nazionale  e che risultano ancora da ricercare sono complessivamente 1.552, la maggior parte dei quali (618, il 39,8% del complesso) residenti al Nord, 512 al Centro (33%) e 422 (27,2%) nel Mezzogiorno. La regione che registra il maggior numero di scomparsi è la Lombardia (305), seguita da Lazio (254), Campania (229), Toscana (200) e Piemonte (137). Tra il 2000 e il 2003 i minori scomparsi in Italia sono aumentati di 624 unità, pari ad un incremento percentuale del 67,2%. Dal 2000, anno in cui erano 928, il numero dei minori italiani e stranieri per i quali sono state attivate le segnalazioni sono cresciuti progressivamente, raggiungendo le 1.167 unità nel 2001 e le 1.377 nel 2002. L’incremento maggiore si è verificato nelle regioni del Nord, dove nel 2003 i minori scomparsi erano 305 in più rispetto al 2000 ed in particolare in Lombardia (+187). Al Centro, dove nel complesso si registrano 214 scomparsi in più, l’incremento è stato particolarmente significativo in Toscana, regione in cui nel 2000 si contavano “appena” 25 minori scomparsi. Tra le regioni del Mezzogiorno, infine, la Campania registra il maggior aumento: 92 minori scomparsi in più rispetto al 2000, su un incremento complessivo di 105 unità. A fronte di un generale peggioramento del fenomeno, alcune regioni hanno visto diminuire, nel periodo considerato, il numero delle segnalazioni: Puglia (-47), Emilia Romagna (-23), Lazio (-11), Basilicata (-4). Inoltre, circa i 2/3 dei minori scomparsi sono di sesso maschile. Se nel 2000, solo 313 delle 928 segnalazioni erano riferite a bambine o ragazze adolescenti, nel 2003 le minori scomparse erano 535, a fronte di 1.017 coetanei maschi. Il 60,4% dei minori scomparsi (938) ha un’età compresa tra i 15 e i 17 anni, il 26,2% (406) tra gli 11 e 14 anni mentre il 13,4% (208) non supera i 10 anni. Nelle regioni del Nord si registrano le maggiori segnalazioni relative a minori scomparsi di età compresa tra gli 11 e i 14 anni (199, 49% del complesso), e tra i 15 e i
17 anni (352, 37,5% del totale), mentre la maggior parte dei minori scomparsi di età inferiore ai 10 anni (76, il 36,5%) è residente al Centro. Gli stranieri rappresentano la stragrande maggioranza (l’85,5%) dei minori scomparsi in Italia ancora inseriti nell’archivio delle ricerche: 1.327 le segnalazioni ad essi relative registrate nel 2003, di cui 535 inerenti bambini o adolescenti non italiani residenti al Nord, 479 al Centro e 313 al Sud. Rispetto al 2000, il numero dei minori stranieri scomparsi è cresciuto di oltre 75 punti percentuali (erano 758 nel 2000) ed è addirittura raddoppiato al Nord, dove è aumentato di 268 unità. Le segnalazioni di minori scomparsi di nazionalità italiana sono cresciute, nell’arco di tempo considerato, in misura più contenuta (+32,3%), passando dalle 170 del 2000 alle 225 del 2003. L’incremento maggiore ha riguardato i minori italiani residenti nelle regioni settentrionali (83, l’80,4% in più rispetto al 2000); al Centro i minori scomparsi di nazionalità autoctona sono cresciuti del 6,4%, raggiungendo le 33 unità mentre al Sud un incremento del 17,2% ha portato il numero dei minori italiani scomparsi a 109. Macro-tipologie di scomparsi e fuggitivi. Si possono individuare sei macro-categorie e situazioni di minori scomparsi e adolescenti che fanno perdere le loro tracce. Scomparsi per decisione “volontaria” — Le motivazioni che direttamente spingono (o indirettamente costringono) bambini e adolescenti a “scomparire”, “fuggire” e far perdere le loro tracce sono generalmente legate a condizioni di disagio socio-educativo, a personali e controverse situazioni affettive e sentimentali, a condizioni familiari conflittuali, ad affermazione della propria identità, desiderio di nuove relazioni, ecc.

Scomparsi “per forza” e “per sequestro” — È forse la tipologia di scomparsa più pubblicizzata e conseguentemente più nota all’opinione pubblica. Sono casi di cui molto spesso non si riescono ad individuare né l’autore o gli autori, né il movente, né la soluzione. Sono casi generalmente circoscritti ma che possono riguardare sia italiani che stranieri.

Scomparsi per “sottrazione” e “contesa” — Per la maggior parte dei casi si tratta di sottrazione dei minori da parte di un padre o di una madre, separati o in via di separazione, allorquando uno dei coniugi nasconde o sottrae all’altro il figlio o la figlia. Soprattutto quando si tratta di matrimoni “misti” (e tra un cittadino/a di nazionalità italiana con stranieri/e se ne celebrano ogni anno più di 27.000), questi casi sono spesso altamente drammatici. In Italia sono oltre 500 i casi di figli contesi da genitori separati, uno dei quali viva all’estero e i paesi coinvolti nei contenziosi sono una sessantina. Nel 2001, per esempio, le cause avviate sono state 53 e le vicende risolte 9. Fin dal 1997, i genitori che vedono sottrarsi i figli dal partner straniero hanno un sito (www.bambinirubati.org) cui rivolgersi per ricevere assistenza legale e sostegno morale e psicologico. In cinque anni al sito si sono rivolte circa 800 persone: 150 di queste hanno ricevuto assistenza.

Scomparsi “senza nome” e “senza identità” — È una tipologia poco nota al vasto pubblico occidentale ma drammaticamente significativa per i paesi del Sud del mondo. In essa si possono far rientrare i bambini “scomparsi” perché sconosciuti, mai registrati alla nascita ma crescono in giro per il mondo, privi di una qualsiasi identità ufficiale o di nazionalità, di un nome, di un volto, di una appartenenza familiare e sociale. In pratica non esistono. La tratta di minori è in costante crescita in Europa e coinvolge ogni anno migliaia di bambini, d’età compresa tra 8 e 18 anni, destinati al mercato del sesso, all’accattonaggio, al lavoro minorile, al traffico di organi o alle adozioni internazionali illegali. In Italia, la tratta a scopo di sfruttamento sessuale coinvolge tra le 10 e le 15mila minorenni, provenienti soprattutto da Albania, Moldavia, Romania e Nigeria. In Spagna, infine, nel 2002 i giovani sfruttati sessualmente risultavano essere 274, di cui 168 bambine coinvolte nella prostituzione. Nello stesso anno, è stata denunciata la
scomparsa di oltre 8mila minorenni, mentre più di 6mila bambini stranieri sono giunti nel paese da soli, senza genitori o parenti. In Danimarca, le stime parlano di almeno 2.000 prostitute straniere, di cui molte minorenni. Cresce il numero di bambini provenienti dalla Romania trafficati per scopi criminali: solo negli ultimi 6 mesi del 2003, i casi registrati sono stati 20. Nel 2002 in Bulgaria i minori vittime di abuso sono stati 2.128, il doppio rispetto all’anno precedente: 42 bambini rapiti, 99 forzati alla mendicità e 40 alla prostituzione, tutti tra gli 8 e i 13 anni. Secondo i dati del Ministero dell’Interno di Sophia, tra il 1995 e il 2000, i minori scomparsi sono stati 158, di cui 33 sotto i 14 anni. Circa 10mila ragazze bulgare, molte delle quali minorenni, potrebbero essere state coinvolte in prostituzione, pedofilia e impiego in film pornografici. Anche in Romania la percentuale di minorenni trafficati aumenta (+25% nel 2000, +36% nel 2003). Nel caso di bambini destinati al mercato del sesso, la vittima può essere venduta diverse volte:  esemplare il caso di una quindicenne venduta per 22 volte. Le vittime sono reclutate attraverso false promesse di lavoro o di matrimonio.

Scomparsi, “prigionieri dell’occulto”È una tipologia di scomparsi molto diffusa, anche se poco conosciuta, nei paesi del Sud del mondo, particolarmente in Africa e principalmente in Alto Volta, Ghana, Benin, Nigeria, Togo, dove è individuata col nome di Trokosi, che in lingua Ewe significa “Schiave di Dio”: schiavitù al femminile, dunque, in quanto ad essere colpite, fagocitate o manipolate sono soprattutto ragazze. Nel mondo occidentale, Italia compresa, il fenomeno balza agli onori della cronaca nera e in occasione di episodi eclatanti e tragici, legati a scomparse, delitti, suicidi individuali o di massa, nei quali vengono coinvolti anche bambini e adolescenti. È una forma di scomparsa che si manifesta e si attualizza all’interno delle cosiddette “sette religiose occulte”. In Italia è Roma la capitale delle “religioni alternative”, dei culti parareligiosi o magici: sarebbero 36 in tutto. Il record regionale spetterebbe alla Lombardia (81 gruppi, di cui 71 religiosi e 13 magici). I capoluoghi con minore presenza di “guru” e “santoni” improvvisati sarebbero Campobasso (2), Potenza (1) e Matera (1); tra le regioni l’Abruzzo (9 gruppi), il Molise (2), e la Basilicata (2).

Scomparsi “senza nessuno” — A livello europeo, il fenomeno è divenuto solo da poco argomento di accurate indagini statistiche, riflessione culturale e legislativa. Tra il 2003 e il 2004, sono stati oltre 30mila i ragazzi stranieri non accompagnati, presenti in 10 paesi della Ue, ai quali andrebbero comunque aggiunti i “clandestini”. In Italia, la maggior parte delle segnalazioni provengono dalla Lombardia (22%) e dal Lazio (14%); seguono Piemonte (12%), Emilia Romagna (10%) e Puglia (9%). In relazione all’età dei minori stranieri non accompagnati oltre un terzo delle segnalazioni (il 35,4%) riguarda sedicenni ma è consistente anche la percentuale di quindicenni (21,2%), di diciassettenni (19,4%) e di ragazzini di età compresa tra gli 11 e i 14 anni (19,4%). I bambini tra i 6 e i 10 anni
rappresentano il 3,1% dei minori stranieri non accompagnati mentre l’1,5% non supera i 5 anni.

IL CONVOLGIMENTO DEI MINORI NELLE SETTE

Il coinvolgimento di minori nelle sette è fenomeno alquanto complesso e difficile da descrivere: per questo non va trascurato, poiché, anche se in modo poco visibile, i minori vi sono coinvolti sia come vittime (attraverso abusi psicologici e sessuali), sia come autori di reato (con l’uso di alcol e droghe fino a forme estreme di crimine). L’abuso sessuale sui minori è una realtà tangibile, come denunciano i numeri forniti dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale.

BAMBINI E ADOLESCENTI VITTIME DI VIOLENZA SESSUALE, SEGNALAZIONI DI REATO E PERSONE DENUNCIATE ALL’AUTORITÀ GIUDIZIARIA (anni 2002-2003)

Secondo la Direzione Centrale della Polizia Criminale, Ufficio Affari Generali – Sezioni Minori, in data 30 aprile 2004, risultavano scomparsi sul territorio italiano 605 minori (185 di nazionalità italiana e 420 di nazionalità straniera). Tra questi vi era anche il minorenne F.T, il quale nel giugno di quest’anno è stato ritrovato morto, sepolto nei boschi di Busto Arstizio, per mano di un gruppo di giovani satanisti. L’episodio appare indicativo della pluralità di elementi di cui si compongono i crimini di tali organizzazioni e di come la scomparsa improvvisa di un minore possa rappresentare uno dei tanti pezzi del complesso puzzle del fenomeno delle sette criminose. Senza destare inutili allarmismi, è fondamentale, dunque, che attraverso un lavoro di rete, sinergico e scientifico, tra Chiesa, Stato e associazioni che si occupano di infanzia, si tenda a far maggiore luce sulla pericolosità dei gruppi settari, per definire il grado di rischio a cui sono sottoposti i bambini che, a vari livelli, entrano a contatto con le sette.

Satanismo e sette sataniche. Il satanismo «(…) è una religione basata (….) sull’adorazione di Satana che può essere inteso sia come divinità malefica a sé stante, che come avversario del dio cristiano». Le sette sataniche, a differenza delle altre sette religiose di tipo ordinario, rivolgono la propria fedeltà, più che alla personalità carismatica, alla stessa dottrina satanica. Nel documento del Ministero dell’Interno del febbraio 1998 vengono individuati nove gruppi “satanico-luciferini” per un totale di 200 adepti.

Il CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni), nel 2002, elenca le sette sataniche in Italia specificando il numero di adepti: Bambini di Satana (50 adepti); Chiesa di Satana – razionalista (20 adepti); Chiesa di Satana – occultista (20 adepti); Gruppi minori (20 adepti).
Sempre il Cesnur parla inoltre di 5.000 adepti nel mondo e stima che il maggior numero di aderenti si trovi negli Usa, seguiti da quelli di Spagna e Scandinavia. È invece impossibile un censimento sul Satanismo giovanile o “acido” per le proprietà di de-strutturazione gruppale che caratterizza il fenomeno. Infine dai dati dell’indagine campionaria pubblicata nel 4° Rapporto Nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e l’Adolescenza (Eurispes, Telefono Azzurro, 2003) emerge che sia i bambini sia gli  adolescenti utilizzano Internet come mezzo per comunicare con gli altri.
Tali dati preoccupano soprattutto se si considera che tra i bambini che si collegano ad Internet (47,6%) il 9,4% lo fa per chattare e il13,8% per usare la posta elettronica, mentre tra gli adolescenti (67,8% di essi si collega ad Internet) la percentuale di coloro che chattano sale al 26,4% e l’utilizzo della posta elettronica al 35%.
La Polizia Postale, attraverso il monitoraggio di siti satanici on line e basando la metodologia sul conteggio dei motori di ricerca, ha evidenziato un fortissimo aumento dei siti satanici tra il 1999 e il 2003.

Club satanisti su Internet:
• Anno 1999: 114 siti satanici
• Anno 2000: 277 siti satanici
• Anno 2001: 322 siti satanici
• Anno 2002: 502 siti satanici
• Anno 2003: 1.010 siti satanici

In tal senso, è stato attivato, con il patrocinio della Regione Lazio, dal mese di ottobre 2004 un servizio gratuito di sostegno alle famiglie delle vittime del satanismo, in forte espansione nella regione.

FONTE: http://www.azzurro.it/sites/default/files/Materiali/InfoConsigli/Ricerche%20e%20indagini/sintesirapportoinfanziaadolescenza5.pdf

 

 

NOTA: Sulla condizione dei minori inseriti in contesti settari abusanti, leggi anche 9° RAPPORTO NAZIONALE SULLA CONDIZIONE DELL’INFANZIA E DELL’ ADOLESCENZA (2009) a cura di Telefono azzurro, capitolo ”  DIMENTICATI, IGNORATI E PERFINO NEGATI: I BAMBINI VITTIME DI ABUSI NELLE SETTE”, visionabile qui

http://www.azzurro.it/sites/default/files/Materiali/InfoConsigli/Ricerche%20e%20indagini/sintesirapportoinfanziaadolescenza9.pdf

 

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