LIBRI. Fuggita da una setta. La mia lotta contro una vita di violenza e reclusione

8/10/2013

Recensione di Cristina Giuntini 

Fuggita dalla setta. La mia lotta contro una vita di violenza e reclusione - Carolyn Jessop, Laura Palmer

Dedicato a chi pensa che “fondamentalismo” e “islam” siano due parole inscindibili, che certe religioni siano di per sé migliori di altre e che “certe cose” possano succedere solo “in quei Paesi lì”. Questa storia, invece, si svolge negli Stati Uniti, ed è una storia vera, che racconta come qualsiasi religione, complice l’eccessiva ricettività della gente semplice, possa essere distorta dagli uomini, per avidità o semplice pazzia, fino a scambiare fra di sé il bene e il male, trasformando un semplice cartone animato visto in televisione in un peccato mortale e la poligamia in una virtù.

Il concetto di “piacere = peccato” utilizzato per terrorizzare i propri simili e tenerli tranquilli è vecchio quanto il mondo, e, ovviamente, è quasi sempre rivolto alle donne: l’uomo trova sempre una facile scappatoia per fare il proprio comodo e uscirne comunque immacolato. Lo sa bene Carolyn, nata e cresciuta in una famiglia appartenente alla Chiesa Fondamentalista di Gesù Cristo degli Ultimi Giorni, una setta mormonica votata alla poligamia, nella quale le regole sempre più rigide e l’isolamento dal “malvagio” mondo esterno non erano che un mezzo per tenere le donne prigioniere e schiave degli uomini, e per arricchire sempre di più quegli uomini che si dimostravano “fedeli” ai loro profeti.

Malgrado suo padre fosse un moderato, Carolyn è stata costretta, a 18 anni, a diventare la quarta moglie di Merril Jessop, cinquantenne. Sebbene quella della poligamia fosse sempre stata la sua realtà, Carolyn si è resa subito conto degli abusi operati su di lei sia dal marito che dalla moglie dominante, Barbara, che aveva potere assoluto su di lei e su tutte le altre mogli.

Fin dal primo giorno, il pensiero costante di Carolyn è stato quello di fuggire da quella situazione: per farlo ha impiegato 17 anni, durante i quali ha partorito 8 figli e ha lottato quotidianamente, da una parte ribellandosi apertamente e dall’altra cercando di rendersi la vita più sopportabile, arrivando a fare di tutto per risultare l’amante preferita di un uomo che detestava, pur di assumere potere su di lui e trovarsi in una posizione di privilegio. Sesso e figli erano l’ossessione quotidiana delle mogli, per le quali non essere più desiderabili o fertili corrispondeva alla morte sociale. Nel frattempo, l’ascesa al potere di Warren Jeffs, autoproclamatosi profeta, ha portato a un continuo inasprimento dei divieti. Jeffs spadroneggiava sia sugli uomini, che scomunicava da un minuto all’altro senza fornire ragioni, che sulle loro mogli, che riassegnava ad altri uomini insieme a tutti i figli. I matrimoni di anziani con minorenni erano all’ordine del giorno, la libertà sempre più limitata, il tutto sulla base di presunte “illuminazioni” che Jeffs avrebbe avuto, e che nessuno si sognava di mettere in dubbio. La fuga di Carolyn e le sue denunce alle autorità hanno scoperchiato il classico pentolone, rivelando storie di abusi sessuali, truffe, violenze fisiche e morali, sottrazione dei minori all’educazione obbligatoria, matrimoni con minorenni, senza contare che la stessa poligamia, i membri della setta ne sono assolutamente consapevoli, è illegale.

Carolyn ha portato e porta avanti la sua battaglia con un dolore nel cuore: la sua stessa figlia Betty, troppo grande al momento della fuga, non ha saputo resistere al di fuori della setta. La voce di Carolyn, però, è stata ascoltata, e continuerà a esserlo mentre racconta solo l’ennesima storia di prepotenza e manipolazione. Ascoltiamola anche noi.

 

Fonte: SoloLibri

http://www.sololibri.net/Fuggita-dalla-setta-La-mia-lotta.html

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