3 Giugno 2015
Isole Canarie, una calamita per le sette
L’arcipelago è considerato una “zona calda” sul territorio nazionale
Le Canarie sono un paradiso. Un luogo ideale per vivere. Perfetto per il clima e la localizzazione geografica. Ma le Isole Canarie sono anche un paradiso per le sette. In Spagna è stato censito un totale di 150 sette distruttive di cui una gran parte è diffusa in tutto l’arcipelago. Il criminologo e perito legale Felix Rios, che questo sabato sarà relatore al workshop di Analisi psicologica e criminologica dei culti distruttivi che si terrà a Malaga, rivela che una delle chiavi per la proliferazione dei gruppi settari nelle Isole Canarie è proprio la situazione geografica delle isole, il turismo e l’origine vulcanica dell’arcipelago.
Storie di sette distruttive sono all’ordine del giorno nelle isole. E Tenerife, in particolare, è uno dei punti caldi. “Non possiamo dimenticare”, ricorda Felix Rios, “che nel Teide si è riusciti a fermare un sospetto rituale suicida, grazie alla denuncia di una famiglia tedesca di un adepto e all’azione dello psicologo esperto di sette, ora deceduto, Eloy Rodriguez Valdes “.
Tra le tante storie, oltre al già citato tentato suicidio rituale a Teide, va ricordato anche il doppio parricidio a Vistabella, un caso in cui pur non essendo il motivo principale del crimine, non si può ignorare che gli autori operavano nel mondo della Santeria”, afferma l’esperto. “Un altro caso in relazione con le sette”, aggiunge Rivers, “è stato il furto nelle tombe ad Arico, che in un primo momento sembrava essere addebitabile a un gruppo settario, poi le indagini di polizia, e io stesso, indicammo un gruppo che trafugava ossa per venderle a stregoni e Santeria. ” “Una menzione speciale va a quello che è stato definito il crimine del secolo, verificatosi nel 1970, gli assassini erano gli Alexander (padre e figlio), mentre le vittime, (la madre e due figlie), Si trattò di un orribile crimine rituale in cui la possessione demoniaca fu l’innesco per uno dei pochi casi di psicosi collettiva descritti nella storia penale spagnola”. (La famiglia degli Alexander era di origine tedesca e aveva avuto la sventura di incontrare George Riehle, un fanatico religioso seguace degli insegnamenti di Jacob Lorber fondatore di una società spirituale (Lorber Society). Alcuni accoliti di Riehle, tra cui la famiglia Alexander, credevano che questi fosse il successore di Lorber e profeta di Dio. Alla morte di Riehle, la successione passò a Frank Alexander, il padre di colui che poi sterminò la sua famiglia. Quando nacque suo figlio, l’uomo disse alla moglie che lo scettro di “profeta di Dio” spettava ora al loro bambino. La famiglia praticava tra l’altro, sulla base delle loro credenze settarie, l’obbedienza assoluta, l’espiazione dei peccati e l’incesto. La polizia tedesca cominciò a fare delle indagini e gli Alexander si trasferirono a Tenerife, dove poi si consumò la tragedia).
Le forze di sicurezza dello Stato sono molto attente ai movimenti di questi gruppi in tutto l’arcipelago.”Attualmente, la Polizia e la Guardia Civile svolgono importanti attività di ricerca su numerosi gruppi settari in tutto l’arcipelago,” spiega Rios, osservando anche che “purtroppo è difficile agire per ovvi freni legali e fino a quando queste sette non commettono crimini non può esserci alcune azione penale. Non va dimenticato che il settarismo non è illegale, a meno che le sette non si macchino di reati quali truffe, lesioni personali, o terribili abusi sessuali, come nel caso della cosiddetta “Setta del Karate” diretta dal noto karateka Torres Baena sull’isola di Gran Canaria “.
Dei 150 culti distruttivi attualmente operanti in Spagna, più della metà sono attivi in Costa del Sol, colpiscono circa 500.000 vittime, secondo lo psicologo José Miguel Cuevas, vice presidente della Associazione Iberoamericana per la Ricerca sugli Abusi Psicologici ( Aiiap) e a capo del laboratorio di Analisi psicologica e criminologica di culti distruttivi. Cuevas, ha detto a Efe, che il numero delle organizzazioni settarie abusanti è sottostimato e che ogni giorno proliferano nuovi gruppi molto difficili da controllare “.
Tratto dall’articolo firma di Alberto Rodríguez, “Canarias, un imán para las sectas” pubblicato da L’OPINION il 2 giugno 2015 e consultabile qui:
http://www.laopinion.es/sociedad/2015/06/02/canarias-iman-sectas/609951.html
Libera traduzione e approfondimenti dell’articolo a cura favisonlus
NOTA: Vedi al link anche traduzione italiana di un articolo pubblicato da LA RAZON il 1 giugno 2015