16 Dicembre 2015
FINGENDO CHE NULLA ACCADA…

Trey Bundy, noto giornalista di REVEAL The Center for Investigative Reporting, per cui ha curato diverse, documentate e approfondite inchieste sulla pedofilia nei Testimoni di Geova e sulle inquietanti politiche di gestione dell’abuso sessuale infantile della Società Torre di Guardia, firma un nuovo articolo nel quale ci narra quale sia, a oggi, la reazione della leadership geovista rispetto all’evidenza di drammatici fatti che stanno emergendo ovunque, nel mondo. Di seguito il suo racconto.
Di Trey Bundy
Assediata dai rapporti secondo cui i Testimoni di Geova proteggono gli abusatori di minori dalle azioni giudiziarie, la dirigenza geovista sembra aver optato per una strategia: <<Lasciamo che la storia si estingua>>.
Un nuovo documentario portoghese trasmesso nel mese di ottobre, ha costituito l’ennesima notizia dal mondo per approfondire ulteriormente la politica dei Testimoni di non denunciare i pedofili alle forze dell’ordine. Come per altre notizie diffuse dai media, gli alti funzionari hanno rifiutato di parlare con i giornalisti che hanno prodotto il documentario.

Tuttavia, dopo la messa in onda, David Splane, un membro del Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova, ha parlato a 600 congregazioni dal quartier generale portoghese della religione a Carnaxide, secondo TVI, la stazione che ha trasmesso il documentario. Il discorso di Splane ha aperto una finestra sul modo in cui i leader dei Testimoni di Geova stanno occupandosi dell’indagine.
<<I fratelli, adesso, chiameranno qualche volta New York per dire: “Perché non fate qualcosa al proposito? Si trattava di un programma terribile “, ha detto Splane, che era in visita alla sede centrale di Brooklyn. <<Cosa dobbiamo fare? Il giornalista ha una mente chiusa. Il giornalista non è interessato alla verità. E così noi di solito lasciamo le cose così come stanno e lasciamo che la storia si estingua>>.
Il documentario, titolato “In the Shadow of Sin“, si è basato su documenti interni dei Testimoni ma secondo quanto dichiarato ancora da Splane, si è trattato di un prodotto calunnioso, con commenti negativi formulati sui Testimoni di Geova senza che costoro fossero presenti per difendersi.
Ana Leal, la giornalista che ha narrato la vicenda, ha affermato di aver inviato numerose e-mail ai Testimoni e di essersi recata al quartier generale portoghese dell’organizzazione chiedendo la loro partecipazione prima della messa in onda del documentario Dopo le osservazioni di Splane nel mese di novembre, Leal è tornata e ha riprovato.
In un successivo report, Leal ha dichiarato che i Testimoni l’hanno lasciata entrare solo per dirle: <<Non abbiamo nulla da aggiungere>>.
Reveal si è occupato delle politiche geoviste concernenti gli abusi sui minori sin dallo scorso anno. Ho chiamato e inviato e-mail all’Ufficio delle relazioni con il pubblico dei Testimoni di Geova, decine di volte. Ho telefonato alle abitazioni degli alti funzionari, compresi i membri del Corpo Direttivo. Sono volato a New York per due volte ed entrato nel quartier generale mondiale dei Testimoni per richiedere interviste. Nessuno ha parlato.
Entrambe le volte, alla sede centrale, ho chiesto di visitare l’Ufficio delle relazioni con il pubblico al quarto piano e mi è stato detto di sedermi nella hall e attendere che il telefono di servizio sul muro squillasse.
Ogni volta, ho aspettato 30 minuti prima che un segretario di nome Bryce mi convocasse per informarmi che non ci sarebbe stata nessuna dichiarazione. Non mi ha permesso di entrare nel suo ufficio per discutere il motivo. Quando ho chiesto di Bryce il suo cognome, si è ha rifiutato di darmelo.
Qualche ora prima che pubblicassimo la nostra prima storia nel mese di febbraio, la Torre di Guardia ha inviato una breve dichiarazione in luogo di una intervista asserendo che i Testimoni di Geova aborrono gli abusi sui minori e osservano le leggi secolari.
Due settimane dopo che la storia è stata resa nota, un altro membro del Corpo Direttivo, Stephen Lett, ha postato un video sul sito web dei Testimoni, respingendo le notizie secondo le quali l’organizzazione è permissiva verso i molestatori di bambini. Ha chiamato tali report “menzogne guidate dagli apostati” e “false storie concepite per separarci dall’organizzazione di Geova“. <<Dato che qualunque essere umano che cerca di farci scendere a compromessi con princìpi biblici è in realtà un agente di Satana>>, ha affermato Lett.
Lett ha anche rifiutato di concedere un’intervista.
Splane ha detto ai seguaci in Portogallo, che Geova si sta già occupando della disinformazione diffusa dai giornalisti.
<<Lui manda i suoi Testimoni di porta a porta per correggere l’informazione>> ha sostenuto, riferendosi alle campagne di predicazione porta a porta per le quali l’organizzazione è nota.
I leader dei Testimoni di Geova hanno affermato pubblicamente che sono orgogliosi delle loro politiche di protezione dell’infanzia e che fanno più delle altre religioni per proteggere i giovani membri dal male. Nonostante le crescenti cause legali e i report dei media non sono riusciti ad ammettere che l’organizzazione ha nascosto gli abusi sui minori alle autorità secolari di tutto il mondo per decenni.
Non hanno espresso indignazione per l’abuso dei loro figli né dato indicazioni circa il fatto che cambieranno le loro politiche. Hanno invece fatto una cosa chiara: mandare via la stampa.
TRATTO DAL BLOG DELL’ASSOCIAZIONE VITTIME DELLA SOCIETA’ TORRE DI GUARDIA
FONTE ORIGINALE DELL’ARTICOLO: REVEAL
https://www.revealnews.org/blog/how-jehovahs-witness-leaders-are-responding-to-child-abuse-scrutiny/
Il documentario con sottotitoli in inglese: IN THE SHADOW OF SIN
Il seguito: LA BETEL PORTOGHESE RIFIUTA DI RILASCIARE UNA DICHIARAZIONE DOPO IL DOCUMENTARIO
“E’ facile constatare la manipolazione impressionante dei Testimoni di Geova a opera della loro leadership. Il sig. Splane ha tentato manifestamente di suggerire che un reportage è parziale e tendenzioso se entrambe le versioni della storia non possono essere condivise..”
Ana Leal, giornalista investigativa