17 Marzo 2016
Mamma Ebe, definitiva la condanna a 6 anni
Quarrata, confermata dalla Cassazione la pena per le attività pseudomediche che la sedicente guaritrice svolgeva nella sua villa sul Montalbano

QUARRATA. Una sentenza che mette la parola fine a una vicenda lunga oltre mezzo secolo. La Cassazione ha confermato, rendendola definitiva, la condanna a 6 anni di reclusione inflitta nel dicembre 2013 dalla corte d’Appello fiorentina a Mamma Ebe, 83 anni, al secolo Gigliola Giorgini, la “Santona del San Baronto”. Associazione a delinquere ed esercizio abusivo della professione medica le accuse nei suoi confronti, in riferimento all’attività di cure e massaggi che la Giorgini ha svolto dal 2005 al 2010 a Villa Gigliola, sulle pendici del Montalbano, meta di una processione continua di persone malate o comunque sofferenti che si affidavano alle sue presunte capacità e poteri taumaturgiche.
Un’attività che fu troncata sei anni fa dagli arresti eseguiti dai carabinieri di Quarrata, al termine di una lunga e complessa indagine diretta dal luogotenente Salvatore Maricchiolo e coordinata dal pm Francesco Sottosanti.
Nella serata di martedì, la Corte di Cassazione ha confermato anche le condanne nei confronti del marito di Mamma Ebe, Gabriele Casotto, 61 anni (a 4 anni e 8 mesi), di Carmela Lo Conte, collaboratrice storica della Giorgini (2 anni) e Cecilia Bertacchi, che compilava le ricevute fiscali rilasciate dalla “Santona” dopo ogni visita (1 anno e 4 mesi).
Confermata poi l’assoluzione di Daniela D’Alessio, coinvolta nelle attività di Villa Gigliola con ruoli minori rispetto agli altri imputati.
Nel processo di primo grado davanti al tribunale di Pistoia, testimonianze, documenti, intercettazioni telefoniche, avevano portato a chiarire che Mamma Ebe affermava l’effettiva possibilità di risolvere i problemi di salute di chi si rivolgeva a lei mediante le cure mediche, i massaggi, le pomate, persino pratiche pseudoreligiose ed esorcismi. Per questo veniva tirata in ballo la presenza del demonio, della cui presenza era necessario liberarsi per poter guarire.
Gigliola Giorgini, bolognese, divenne famosa negli anni ’80, quando su di lei furono aperte inchieste in varie parti d’Italia. Nelle case gestite dalla organizzazione (in Piemonte, Toscana ed Emilia Romagna), si raccontò, si sarebbero consumati gravi abusi fisici e psichici, sotto forma di trattamenti medici e riti religiosi sui malati, ai quali sarebbe stato estorto denaro in cambio della promessa di guarigione. Denunciata una prima volta nel 1980 per sequestro, venne processata e condannata nel 1984, a Vercelli. Fu la prima sentenza di una lunga carriera giudiziaria, che nel novembre 2011 trovò il suo culmine nella condanna a sei anni in Cassazione per le cure fasulle elargite in una villa a Cesena.
FONTE: IL TIRRENO
http://iltirreno.gelocal.it/pistoia/cronaca/2016/03/16/news/mamma-ebe-1.13136907
Condanna definitiva per Mamma Ebe
La suprema Corte ha confermato la pena di sei anni per la 84enne guaritrice di Carpineta

La Cassazione ha messo la parola fine a uno dei casi giudiziari più lunghi della storia italiana. Mezzo secolo di processi e l’ultima definitiva sentenza l’altra sera quando la Suprema Corte ha confermato, e reso definitiva, la condanna a 6 anni di reclusione inflitta nel dicembre 2013 dalla corte d’Appello di Firenze a Mamma Ebe, che proprio oggi compie 84 anni, al secolo Gigliola Giorgini, la “Santona”. La donna nel Cesenate era molto conosciuta. Era il 25 gennaio 2002 quando, alle prime luci dell’alba, Mamma Ebe fu arrestata nella sua villa di Carpineta dagli uomini del commissariato di Cesena, dopo sette mesi di intercettazioni ambientali nella roccaforte delle colline cesenati.
Tutto era partito dalla denuncia di una paziente, l’unica fra le persone accorse a testimoniare contro la santona ad essersi costituita parte civile. Le manette scattarono anche per 27 suoi collaboratori, tutti accusati di aver ideato un giro miliardario organizzatissimo e finalizzato a “spillare” denaro a 400 pazienti, malati e sofferenti.
Un’impresa in piena regola, una macchina da guerra a cui capo, ancora una volta, c’era lei “Mamma Ebe” chiamata dai discepoli Gigliola. Al suo fianco, come sempre, l’inseparabile marito, Gabriele Casotto, il medico Mauro Martelli, toscano di origine, ma residente a Montiano, e il braccio destro Marzia Biancalani, segretaria personale della “Superiora”.
In passato, infatti, era stata condannata a 6 anni per reati simili, commessi nella zona di Pistoia. Poi, negli anni ’90, decise di stabilirsi a Carpineta. Qui avrebbe ripreso in pieno la sua attività. Curava con messe e benedizioni, intrugli e anabolizzanti, prescrivendo anche antidepressivi senza alcuna cognizione medica. Ma l’arresto non bastò a fermare Mamma Ebe che, rimessa in libertà, continuò imperterrita. La Cassazione l’altra sera l’ha condannata definitivamente per associazione a delinquere ed esercizio abusivo della professione medica le accuse nei suoi confronti, in riferimento all’attività di cure e massaggi che la Giorgini ha svolto dal 2005 al 2010 a Villa Gigliola, sulle pendici del Montalbano, meta di una processione continua di persone malate o comunque sofferenti che si affidavano alle sue presunte capacità e poteri taumaturgiche. L’ultima delle sue attività, stroncata sei anni fa dagli arresti eseguiti dai carabinieri di Quarrata, al termine di una lunga e complessa indagine.
FONTE: ROMAGNA NOI
http://www.romagnanoi.it/news/cesena/1224810/Condanna-definitiva-per-Mamma-Ebe.html
QUI UN VIDEO DI REPERTORIO CON UNA TESTIMONIANZA PUBBLICA DI UNA EX SEGUACE DI MAMMA EBE.