6 Aprile 2016
Roma,cura un bimbo cieco con piante e alcol: santone condannato
di Paolo Tripaldi

«Vostro figlio riacquisterà la vista grazie alla mia pozione, io ho compiuto centinaia di guarigioni». Questa la promessa fatta ai genitori di un bambino cieco dalla nascita da parte di un “santone” che millantava poteri divini e speciali guarigioni grazie ai suoi preparati a base di aloe e alcool. L’uomo, A. B. di 58 anni, è stato condannato dal giudice monocratico di Roma a un anno e 6 mesi di reclusione per il reato di violenza privata al termine del processo partito dalla denuncia presentata dalla coppia.
In circa due anni i genitori del piccolo nato con problemi alla vista, e altre patologie, hanno consegnato al “santone” circa 150mila euro per acquistare le “pozioni miracolose”.
IL RAGGIRO
Si trattava di bibite che lo stesso 58enne preparava nel suo laboratorio: l’uomo, infatti, è nel commercio di erboristeria, sempre a base di aloe, una sostanza che lo stesso definiva «miracolosa» e che certamente avrebbe fatto riacquistare la vista al piccolo.
Non solo: la bibita a base di aloe doveva essere bevuta anche dal papà e dalla madre del bambino, altrimenti i «malefici avrebbero preso il sopravvento» e il bambino avrebbe potuto avere «altre brutte malattie».
Un incubo iniziato per caso con la presentazione del 58enne al padre del piccolo da parte di amici comuni. Entrambi avevano frequentato un tempio induista e quasi subito dagli argomenti sull’Oriente si è passati alle guarigioni magiche che l’uomo sosteneva di aver compiuto in passato con le sue pozioni di aloe nella foresta amazzonica e in Sud America.
La coppia si è così affidata ai consigli del “santone” entrando in una spirale che li ha visti consegnare diverso denaro sia per acquistare le bevande, che avrebbero portato alla guarigione del loro bambino, sia per sponsorizzare l’attività commerciale del 58enne.
Spesso l’uomo si vestiva con indumenti orientali e andava a casa della coppia per accertarsi di persona che seguissero alla lettera le sue istruzioni.
Così come raccontato nella denuncia, il “santone” aveva detto alla coppia che, in base a quanto aveva percepito, «Dio li aveva prescelti per dare al mondo una bambina che avrebbe redento l’umanità» ma erano tenuti ad avere il loro cellulare sempre acceso, anche di notte, «per ascoltare le sue istruzioni poiché erano frutto di locuzioni spirituali dovute al suo diretto colloquiare ed interrogare il Signore Dio»…
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NOTA: Leggi anche articolo completo “Santone cura bimbo cieco con alcol e erbe: condannato”, pubblicato su Blitz quotidiano qui: