L’attore e scientologo
Danny Masterson sarà presto processato con l’accusa di aver violentato tre donne, e questa è una sorta di vittoria.
In passato, i pubblici ministeri hanno spesso preso la strada più semplice di non perseguire accuse contro presunti aggressori sessuali seriali come Masterson, un membro da tutta la vita della Chiesa di Scientology , diventato famoso come star della sitcom televisiva di successo “That ’70s Show”.
Ma fama e potere non hanno più lo stesso impatto di una volta per i presunti colpevoli.
Il movimento #MeToo e le orribili rivelazioni sui diffusi abusi sessuali nella Chiesa cattolica hanno contribuito a livellare il panorama legale per le persone che affermano di essere state vittime di personaggi famosi e potenti, almeno quando si tratta di procedimenti penali.
Così anche le presunte vittime di stupro di Masterson si sono rivolte ai tribunali civili. E non fanno causa solo a Masterson ma anche alla Chiesa di Scientology, al suo Centro di Tecnologia Religiosa e al leader di Scientology, David Miscavige.
Le donne, insieme ad altri querelanti, hanno intentato una causa civile in cui sostengono che dopo aver denunciato le aggressioni di Masterson alla chiesa di Scientology, – e infine alla polizia di Los Angeles -, sono state molestate da funzionari dell’organizzazione religiosa, che ha politiche severe che vietano ai membri di coinvolgere la polizia e i tribunali nei loro conflitti.
Scientology nega di essere parte in causa in un atti punitivi. La portavoce del culto, Karin Pouw, venerdì scorso ha descritto la causa civile come “una farsa”, sostenendo fosse piena di “false e scandalose accuse sulla chiesa risalenti a più di 15 anni fa.”
I soggetti querelanti hanno invece sostenuto che coloro che fuoriescono dal culto per risolvere i conflitti possono dover affrontare livelli estremi di molestie – pratica che, nel mondo segreto e insulare di Scientology, è definita “fair game”. Negli atti depositati hanno affermato che la loro spazzatura è stata rubata, (nota: una modalità per attingere informazioni sui proprietari); i loro sistemi tecnologici hackerati; sono inoltre stati seguiti e attenzionati, molestati verbalmente, sottoposti a frode con carta di credito e, in un caso, hanno subito la misteriosa morte di un cane di famiglia, la cui trachea è stata schiacciata.
Ma la causa civile ha dovuto affrontare un grosso ostacolo.
Tre delle donne, ex affiliate alla chiesa di Scientology, avevano firmato ai tempi della loro appartenenza al culto, accordi di arbitrato in cui avevano accettato di non citare in giudizio Scientology, lasciando che qualsiasi controversia fosse risolta da un collegio nominato dalla stessa Scientology.
Dopo che la causa è stata intentata, Scientology ha presentato una mozione chiedendo al giudice di costringerle a un arbitrato religioso.
Alla fine dello scorso anno, un giudice della Corte Superiore della contea di Los Angeles ha concordato con Scientology, stabilendo che le tre querelanti, poiché erano state affiliate alla chiesa, dovevano sottoporsi all’arbitrato religioso prima di poter chiedere un processo. In base alle regole di Scientology, secondo i documenti del tribunale, a condurre l’arbitrato sarebbero stati tre scientologist e Masterson aveva il diritto di presenziare. Una corte d’appello aveva confermato la decisione.
Ma come ha osservato Marci Hamilton, avvocatessa delle querelanti, persone fuoriuscite dal culto e insultate come apostate, possono essere costrette a quello che sarebbe essenzialmente un rituale religioso condotto dalla stessa chiesa che avrebbe inflitto loro le crudeltà denunciate?
L’avv. Hamilton che è anche una esperta di religione e del 1 ° emendamento, presso l’Università della Pennsylvania, in un appello alla Corte Suprema della California ha evidenziato: “In questo caso ai tribunali viene chiesto di imporre una punizione religiosa contro persone che sono state stuprate e che hanno rifiutato la fede”.
Mercoledì, la Corte Suprema dello Stato della California ha ordinato all’unanimità ai tribunali di grado inferiore di riconsiderare la questione.
Ma è improbabile che la chiesa smetta di combattere sia nella causa civile o nel suo sostegno a Masterson, nella causa penale. La Chiesa di Scientology, fondata nel 1954 dallo scrittore di fantascienza L. Ron Hubbard, è nota per il trattamento speciale riservato alle celebrità, considerate importanti ambasciatori della religione.
Quindi la sentenza della scorsa settimana nel procedimento penale secondo cui c’erano prove sufficienti per portare Masterson, 44 anni, a processo, rappresenta un duro colpo per la chiesa di Scientology, anche se non è parte nel caso dello Stato contro Masterson, che ha negato le accuse .
Come hanno riferito i giornalisti James Queally e Matthew Ormseth , la testimonianza esplosiva all’udienza preliminare contro Masterson era piena di dettagli sulle politiche e le pratiche segrete di Scientology e sulla sua difesa assurdamente fuorviante dei suoi membri di alto profilo.
“Una donna ha testimoniato”, hanno tra l’altro scritto, “che un funzionario della chiesa le ha ordinato di redigere una dichiarazione per attestare che si sarebbe ‘assunta la responsabilità’ per un’aggressione del 2001..”
L’avvocatessa Hamilton e le sue assistite erano particolarmente preoccupate di essere costrette all’arbitrato religioso prima della conclusione del processo per stupro di Masterson, che deve ancora iniziare.
“Cosa possono provare vittime di violenza sessuale che devono testimoniare in un tribunale penale – fatto già stressante – a sentirsi dire che dovranno affrontare un arbitrato religioso alla presenza del loro abusatore?” ha dichiarato incredula l’avv. Marcy Hamilton.
Questo, come tante altre cose su questo sordido caso, è inconcepibile. O almeno dovrebbe esserlo.
Articolo a firma di ROBIN ABCARIAN
per il Los Angeles Times
Libera traduzione a cura favisonlus
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