Quei bambini programmati per diventare macchine del sesso

Da IL SENSO DELLA VITA: Paolo Bonolis  intervista Amoreena Winkler. Guarda il video qui,

http://www.ilsensodellavita.tv/storie/item/276-amoreena-winkler.html

amoreena-winkler

Nota:

Amoreena Winkler è una scrittrice italo-francese, nata a Roma nel 1978 e vissuta in Francia dove tuttora risiede, trascorrendo le sue giornate in un negozio di abbigliamento e dedicandosi alla scrittura. A prima vista sembrerebbe una donna tranquilla, immersa nel suo lavoro e nelle pagine che riempie di pensieri e storie sottoforma di inchiostro, in realtà Amoreena ha alle sue spalle un passato da dimenticare, un passato ricco di violenze, abusi e orge che hanno segnato la sua vita facendole perdere la spensieratezza sin dai primi anni d’età.
Il suo libro “I bambini di Dio” è un’opera autobiografica, in cui mette nero su bianco la storia di una bambina costretta ad avere rapporti sessuali a partire dall’età di quattro anni e per di più con suo padre. Il tutto in nome di un credo che muove i fili di una grande macchina, quella di un movimento religioso che ha come fondatore David Berg e che ha visto la sua nascita nel 1968 in California. Tale movimento, imperniato su una visione apocalittica che però rappresenta solo la “facciata” di tutto un sistema che in realtà nasconde aspetti molto più lugubri e perversi, sottomette l’importanza dell’Io a quella della Famiglia, intesa come il posto a cui appartiene il corpo, lo spirito e anche il desiderio di ogni persona che vi appartenga. Di conseguenza anche i rapporti sessuali venivano consumati in famiglia e Amoreena, nel suo libro, testimonia proprio l’esperienza dell’iniziazione al sesso avvenuta con suo padre all’età di quattro anni, seguita da orge a cui hanno preso parte anche amici paterni.
Lo shock associato a quest’avvenimento (shock in realtà postumo perché rielaborato con la maturità di chi ha avuto il coraggio di uscire da quel sistema controverso), si aggiunge al senso di impotenza di fronte ai maltrattamenti che, copiosi, avvenivano in casa Winkler ai danni dei fratelli e delle sorelle di Amoreena, ma soprattutto a danno della povera madre, spesso piena di lividi e ferite e costretta a prostituirsi. Amoreena è l’emblema dell’infanzia negata, dove l’amore e il rispetto sono valori non accessibili, distanti anni luce per essere compresi nel loro reale significato. Il suo unico desiderio era quello di essere portata via dagli angeli, portata via da un posto in cui “volevano controllarle anche il pensiero”. E’ stato difficile uscirne ma a sedici anni “il dubbio l’ha salvata”. Ha scoperto che ciò che avveniva nella sua famiglia era illegale e a diciassette anni si è rivolta ai servizi sociali. Uscirne è difficile, così come lo è ricostruire, ricominciare dal primo mattone e metterne ancora, uno dopo l’altro, per rimettere in piedi una vita distrutta. Il primo passo è stato quello di tagliare i ponti col passato: con la madre in particolare, non ancora resasi conto della gravità dei soprusi e delle violenze a cui i suoi figli sono stati sottoposti. Il secondo, quello di crearsi una vita migliore, più forte rispetto alla precedente da cui la separa un muro ancora in fase di costruzione. Per ora il suo unico obiettivo è quello di trovare un posto nel mondo, libera da qualsiasi paura. E per chi le chieda quale sia, per lei, il senso della vita, l’unica risposta che riesce a dare è che già porsi la domanda è un buon inizio per capirlo.

Scritto da: Chiara Coppola

Fonte: occhiaperti.net

http://www.occhiaperti.net/index.phtml?id=8149

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